Burattinai ferraresi

Ferrara: marionettisti e burattinai di un tempo

di Gian Paolo Borghi

Gian Paolo Borghi

Ferrara vanta una lusinghiera tradizione nel mondo del teatro di animazione, a cominciare da quello marionettistico.

Il Teatro delle Marionette della Famiglia Lupi, ad esempio, venne fondato oltre due secoli fa nella città estense e, in seguito, si trasferì a Torino dove introdusse, tra l’altro, la maschera di Gianduia. I Lupi esercitarono una forma teatrale inizialmente destinata ad un pubblico colto; nel corso degli anni, il loro si trasformò in teatro per tutti, grandi e piccini. Ancora oggi la Compagnia agisce a Torino e in tutta Europa con spettacoli che si ispirano alla loro antica tradizione e gestiscono un museo di famiglia.
Sempre nell’ambito delle marionette, non sono da dimenticare le dinastie degli Stignani-Salici e dei Cagnoli. Gli Stignani-Salici iniziarono la loro attività nell’argentano e proseguirono, con una miriade di artisti della famiglia, in tutta Italia e in Sud America introducendo nel loro repertorio anche forme spettacolari mutuate dall’operetta e dalla lirica. Gli ultimi rappresentanti si indirizzarono al teatro dei burattini. Oreste Salici, in particolare, fu attivo a Ferrara, nell’alto ferrarese e nel polesano fin verso gli anni ’50 del ’900.
La Famiglia Cagnoli, originaria di Cento, fu introdotta nel teatro marionettistico grazie agli insegnamenti del marionettista Sisto Baruffaldi di Rovigo. Dopo una produttiva esperienza nel ferrarese e in Emilia, il gruppo familiare si trasferì a Milano, dove esercitò anche nella prestigiosa Galleria di Piazza Duomo, istituendo il “Teatro dei Piccoli” promosso (oggi si direbbe “sponsorizzato”) dalla Motta. Etelvoldo ed Edipo Cagnoli prestarono la loro opera anche al Teatro delle Marionette diretto da Vittorio Podrecca (1883-1959), in seguito denominato Teatro Stabile del Friuli-Venezia Giulia.
Tra i burattinai è doveroso ricordare artisti di assoluto livello sia nel passato che in anni a noi più vicini. Una figura di ampio respiro artistico fu, ad esempio, Nevio Borghetti, che introdusse nel teatro dei burattini la maschera di Lasagnìn Mèzzazrvèla, ispirata al protagonista dell’ottocentesco poemetto dialettale Viazz ad Lasagnìn da Milzana (“Viaggio di Lasagnino da Milzana”, oggi Mizzana), frutto della fervida penna del conte Francesco Aventi.
Tra gli altri burattinai ferraresi della tradizione un doveroso ricordo va inoltre riservato a Ettore Forni (e ai suoi figli Ubaldo e Oscar) e a Giuseppe Simoni e alla sua compagnia familiare. La Famiglia Forni operò per un sessantennio nel secolo scorso. I suoi repertori erano derivati dal teatro della tradizione bolognese ed emiliana, dei cui copioni si avvalse largamente sia per gli spettacoli che allestiva con il suo teatrino in Piazza Travaglio sia nella sua attività ambulante, esercitata con un minuscolo teatro, smontato e caricato su un carretto trainato dalla bicicletta.
Giuseppe Simoni (1923-1997), fu attratto dal teatro dei burattini grazie alla sua passione (che condivideva con la consorte Romana) per il dialetto. Il passaggio dal teatro vernacolare a quello dei burattini fu quasi “naturale” e si caratterizzò per rappresentazioni legate alla tradizione e, soprattutto, alla valorizzazione dell’idioma ferrarese. Ideatore della maschera di “Giocondo”, fu anche attento e appassionato collezionista di documenti del teatro dei burattini.
Ferrara fu anche caratterizzata dalla presenza di altri burattinai, provenienti soprattutto dall’Emilia, dalla Romagna e dal Veneto.
La più importante fu la famiglia Campogalliani, che ha dato al teatro dei burattini la grande figura di Francesco, che nacque a Ostellato nel 1870 durante uno spettacolo dei genitori. Francesco si stabilì poi a Mantova e, ancora oggi, i burattinai lo considerano il miglior artista del ’900.
Tra gli altri artisti, un doveroso ricordo va riservato a Giuseppe Ferrari, di Modena, “concorrente” di Ettore Forni in Piazza Travaglio (oggi i suoi burattini sono alla “Corte Ospitale” di Rubiera, nel reggiano) e alla Famiglia dei Preti, sempre modenese, attiva fin dalla fine del ’700. Una menzione va pure riservata alla Famiglia Monticelli, il cui erede Otello (il “cavalieri Monticelli Otello”) fu indiretto maestro di Maurizio Bighi e contribuì alla successiva formazione della Compagnia “I Burattini di Nevio”.
Ultima nata sul territorio ferrarese è la compagnia “Teatro delle teste di legno“. E’ stata recentemente fondata da Stefano Franzoni con la collaborazione di Giorgio Riberto e di Andrea Melloni. Primo mandolino dell’Orchestra a Plettro Gino Neri di Ferrara e da anni appassionato di teatro dei burattini (in passato ha anche saltuariamente collaborato con alcuni burattinai), Stefano Franzoni ha deciso di intraprendere questa strada artistica basandosi essenzialmente sul filone tradizionale emiliano e proponendo repertori rivolti soprattutto al pubblico dei giovanissimi. Sulla scia delle esperienze dei burattinai di un tempo, ha inoltre reintrodotto repertori musicali di sapore popolare per meglio vivacizzare o per introdurre le sue proposte.I suoi testi si sono aggiudicati, le edizioni 2010 e 2011 del prestigioso Premio Nazionale “Ribalte di Fantasia” per copioni inediti del teatro burattinesco. Il Premio è stato istituito dal grande artista Otello Sarzi Madidini e dalla rivista di tradizioni popolari “Il Cantastorie”.